Introduzione a Vibo Valentia
Incastonato nel cuore meridionale della Calabria, il territorio di Vibo Valentia sembra un piccolo sperone allungato nel Tirreno. Le radici della città sono antichissime e custodiscono uno scrigno di storia e cultura che alla bellezza selvaggia dei luoghi unisce la profonda consapevolezza culturale del passato più antico. Le radici della città sono antichissime e custodiscono uno scrigno di storia e cultura che alla bellezza selvaggia dei luoghi unisce la profonda consapevolezza culturale del passato più antico. Un patrimonio straordinario di bellezze naturali e architettoniche, di storia, di cultura, di tradizioni popolari, che contribuisce a fare della città un importante polo di attrazione e d'interesse per il turismo nazionale e internazionale. L’architettura del centro urbano è dominata dall'imponente castello normanno-svevo, oggi sede del Museo archeologico intitolato a Vito Capialbi, illustre erudito vibonese, che custodisce la Laminetta aurea, il più antico testo Orfico rinvenuto in Italia e probabilmente uno dei reperti più preziosi provenienti dal passato ellenico. Il centro storico conserva intatte le geometrie del borgo medievale, con i palazzi monumentali in tufo giallo e lastricato con grossi blocchi di pietra lavica. Il Vibonese offre scorci di straordinaria intensità emotiva, ricco di paesaggi che comprendono uliveti, i campi di grano, aranceti e limoneti, vigneti arroccati sui fianchi delle colline e il profumo inebriante delle zagare in fiore nelle calde notti estive. Spettacolare è la Costa degli Dei, frastagliata e ricca di insenature rocciose alternate a spiagge morbide e sabbiose. La Costa degli Dei è il regno degli sport acquatici, grazie alla possibilità di escursioni subacquee che permettono di ammirare i bellissimi fondali e la fauna marina. Le acque marine del vibonese e i suoi venti attraggono molti appassionati di kitesurf e windsurf, che trovano su questo mare le condizioni ideali per praticare questi sport. L'entroterra della provincia, con i folti boschi e le bellezze della natura, è una meta ideale per chi ama praticare il trekking. Uno dei luoghi più rinomati è la zona di Capo Vaticano, che nasconde una tipica fiumara calabrese circondata da una vegetazione ricca e lussureggiante con oltre 300 specie di piante. Sono molto belle da esplorare anche le grotte e i sentieri dei monaci nei pressi di Tropea, dove è possibile anche sfruttare i percorsi per il trekking a cavallo o in bicicletta.
La varietà del paesaggio offre location uniche per osservare la flora e la fauna e il profilo geologico tipico del patrimonio naturalistico della zona, con particolare riferimento alla visita dei parchi e delle riserve naturali. Molti esperti di birdwatching si recano nel vibonese in tutte le stagioni dell’anno.
Vibo Valentia rappresenta attualmente uno dei principali poli industriali della regione, con aziende operanti nel settore alimentare, chimico, tessile e materiale da costruzione. Rilevante è l'attività del porto che presenta un notevole movimento di merci, e quella turistica, in forte espansione grazie ad una lungimirante politica di rivalutazione del patrimonio costiero.
Centro storico
Numerose sono le occasioni di meraviglia disseminate lungo il centro storico della città e nel territorio circostante. Il centro storico di Vibo Valentia è un ricco intreccio di chiese, monumenti ed edifici medievali, barocchi e ottocenteschi dove è difficile distinguere dove finisce un'epoca e dove ne inizia un'altra e questa è probabilmente la caratteristica in cui risiede il suo fascino. Camminando lungo Corso Umberto I non si può non notare il bellissimo portale di marmo di S. Maria La Nova, mentre dal Belvedere Grande si gode di un ottimo panorama che abbraccia la costa tirrenica da Capo Palinuro a Messina.
Il Duomo di Vibo Valentia, dedicato al patrono S. Leoluca, è stato costruito a fine '600 sui resti di una chiesa bizantina e all'interno custodisce un altare imponente con la statua della Madonna della Neve. La sua facciata è incorniciata tra due campanili mentre sono da vedere le bellissime porte in bronzo che raccontano la storia della città. Dell'antica chiesa, dove si vuole fosse custodito il sepolcro di San Leoluca, rimangono alcune testimonianze architettoniche di grande pregio. L’interno è a tre navate e comprende un altare maggiore settecentesco con un gruppo in marmo di Carrara di A. Caccavello, una tavola del ‘500, Madonna della Sanità mentre di grande splendore è il transetto sinistro con il suo trittico in marmo di Antonello Gagini.
Annesso al Duomo è l'elegante e imponente Valentianum, ex convento domenicano restaurato nel 1982. Le sue sale ospitano il Museo d'arte Sacra, dove si possono ammirare importanti sculture provenienti dal Ciborio della Certosa di Serra San Bruno, il sarcofago del patrizio Decio de Suriano, piviali e arredi sacri di ottima fattura meridionale. Interessanti da visitare sono l'Arco Marzano e la Porta Torre del Conte d'Apice, due porte del XII secolo tra i monumenti più antichi della città.
Vibo Valentia è anche una città moderna e vale la pena fare una passeggiata lungo il Corso Umberto I e immergersi in un’atmosfera attuale in mezzo a negozi e botteghe. Scendendo verso il mare a Vibo Marina, si possono visitare il castello di Bivona, nato come fortificazione contro le incursioni piratesche, e il complesso architettonico della Tonnara del 1885.
Rovine di Hipponion
Appena fuori dell’abitato di Vibo Valentia si scorgono le mura e le rovine dell’antica città greca Hipponion, insediamento pre-ellenico anticamente detto Veip dalle popolazioni bruzie, e poi nominato Hipponion dai Greci di Locri che si spinsero fino al Tirreno per assicurarsi uno sbocco commerciale sul mare. Ad oggi, gli scavi archeologici hanno messo in luce soltanto alcune aree del tessuto urbano. Oltre alle fortificazioni, sono state ritrovate le necropoli e alcune aree di culto; le prime all’interno delle mura, cosa insolita per i Greci, le seconde nelle zone periferiche della città. Individuate nei primi decenni del Novecento, le grandiose mura di cinta, composte da grossi massi di arenaria e munite di torri, si estendevano originariamente per un tratto di oltre 6 chilometri. La parte più consistente e meglio conservata, venuta alla luce in località Tappeto Vecchio, è lunga circa 500 metri, ma isolati tratti di mura si possono vedere anche risalendo la strada che oggi conduce al cimitero della città.
Entro un recinto è visibile lo stilobate di un tempio dorico del VI-V sec. a.C., che, grazie alla sua posizione sulla cima del colle, dominava l'ampio golfo e segnalava la città ai naviganti. Del tempio, saccheggiato in epoca antica e utilizzato come cava di pietra, è rimasto ben poco, ma nell'area vennero ritrovati molti frammenti di decorazioni architettoniche, oggi custoditi nel Museo archeologico di Reggio calabria. Vestigia del municipium romano sono state invece rinvenute in località Sant’Aloe e tra queste i resti di almeno tre domus con ambienti termali dai pavimenti a mosaici policromi. Il mosaico più antico, databile al II secolo d.C., raffigura al centro una nereide a cavallo di un ippocampo in un mare pieno di delfini stilizzati.
Castello Svevo Normanno
Sopra l'acropoli di Hippónion i Normanni costruirono un castello, utilizzando in parte proprio i blocchi di pietra arenaria della città antica. Del castello, che nel corso dei secoli ha subito diverse modifiche e danni, rimane ancora molto in piedi, anche se una delle ragioni per cui lo visitano in tanti è la vista che da qui è meravigliosa e spazia dai golfi sul Tirreno alla Sila e alle Serre.
Il castello ospita il Museo archeologico statale che espone resti che vanno dalla preistoria al medioevo, passando per la Magna Grecia, con i vasi ed i corredi di necropoli greche. Edificato tra il 1070 ed il 1074 d.C. per volere di Ruggero il Normanno, che in questi lidi aveva condotto e accampato il suo esercito, il maniero era probabilmente una semplice fortificazione, costituita da una sola torre triangolare al centro di altre tre torri circolari. Nonostante i forti rimaneggiamenti ricevuti, il castello di Vibo Valentia conserva l'impianto normanno.
Il castello fu ampliato ed in parte rifatto in epoca sveva, periodo a cui risale certamente la torre poligonale, all'angolo nord-est del complesso, costruita in conci ben squadrati, dalle notevoli dimensioni e dalla disposizione ordinata, tecnica riscontrabile in altri castelli coevi. Il lento recupero del castello di Vibo Valentia, tra i rari castelli di Calabria che presentano evidenti contaminazioni angioine, inizia negli anni '70.
Pro Loco:
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